L’AREA ARCHEOLOGICA CHE SI TROVA A ITRI E’:
RESTI ARCHEOLOGICI DELL’ANTICA VIA APPIA
COME ARRIVARE: (il GPS è posizionato su un piccolo parcheggio nel punto preciso dove inizia il percorso con i resti della Via Appia Antica, che chiaramente è poi percorribile tutta solo a piedi)
Partendo da Via Ponte Tavolato (Fondi) svoltate a destra sulla Strada Statale 7 che porta a Itri e andate sempre dritto. Pochi chilometri prima di arrivare al centro abitato di Itri, rimanendo su questa strada vi accorgerete che ad un certo punto sulla destra c’è una stradina chiara con un cartello che indica “PARCO NATURALE DEI MONTI AURUNCI VIA APPIA ANTICA”. Prendete questa stradina e percorretela fino a che sulla sinistra vedrete una piccola costruzione in pietra e di fronte a voi uno spiazzale verde dove parcheggiare la vostra auto (noterete anche un’area pic-nic proprio accanto al parcheggio). Da qui potete continuare a piedi seguendo la strada accanto sulla destra, dove cominciano a vedersi i resti della Via Appia Antica.
La Via Appia Antica veniva chiamata dai romani “Regina Viarum” ed è una delle opere più ambiziose dell’antico impero, per l’impatto che ebbe sull’economia e sulla cultura romana. La Via Appia fu costruita nel 300 a.C. e fu teatro di battaglie fra i romani e i popoli del centro Italia. Inoltre rappresentava il più importante canale di comunicazione e di scambi commerciali tra Roma e le città dell’Italia meridionale, la Grecia e l’Oriente. Sono moltissime le attività di produzione che erano presenti sulla via, come i punti di ristoro, le taverne e le Mansio per garantire ospitalità e riposo per gli ufficiali in viaggio, e le Mutationes che consentivano il ricambio di animali da traino.
Al giorno d’oggi, la Via Appia Antica non è più percorribile con i mezzi attuali, ma esistono ancora alcuni tratti percorribili a piedi in mezzo alla natura. Quello che descriveremo qui sotto, fa parte del Parco Naturale dei Monti Aurunci.
La via era stata abbandonata dopo la seconda guerra mondiale, ed è stata recuperata recentemente dall’Ente Parco e resa fruibile ai visitatori. Il percorso è allestito con pannelli didattici, che descrivono i tratti di strada e le vicende che l’hanno vista protagonista. La strada è lunga circa 2km e mezzo e in alcuni punti è larga anche più di 4 metri, ed è formata da ciottoli che ci ricordano le origini di quest’antica strada. Durante il tragitto ci si imbatte nel Fortino di Sant’Andrea, ma per questo vi invitiamo a visitare la sezione “curiosità“. In questo tratto ci furono molte battaglie di briganti contro gli assalitori francesi, guidati dal famoso brigante Michele Pezza, conosciuto da tutti come Frà Diavolo, nato a Itri.
Oggi il tratto dell’Appia Antica coincide con la Via Francigena del sud.
LA NOSTRA ESPERIENZA
Abbiamo obbligatoriamente dovuto attraversare il primo tratto di strada con la macchina, visto che non esiste alcun parcheggio su strada, anche se avremmo voluto attraversare la stradina a piedi. Dobbiamo dire una cosa su questo tratto di strada; secondo un pannello informativo trovato più avanti, in questo punto avremmo dovuto trovare una strada borbonica, con resti di un terrazzamento di età romana, e anche una cisterna romana, ma purtroppo non siamo riusciti a vedere nessuna delle due, e abbiamo trovato delle incongruenze che non ci siamo riusciti a spiegare in tutto il percorso. Per questo motivo speriamo di non sbagliare nelle indicazioni a seguire.

Dopo qualche centinaia di metri in auto, arriviamo all’area parcheggio dove finalmente lasciamo il nostro veicolo. In questo punto è possibile sostare per un pic-nic in famiglia dato che la zona è attrezzata con panche in legno.
Proprio in questo punto è possibile vedere il primo pezzo interessante dell’Antica Via Appia, l’epitaffio di Filippo II Re di Spagna, eretto nel 1568 da Paràfan de Ribera, duca di Alcalà e vicerè di Napoli. Siamo riusciti a intravedere alcune lettere “ATH” facenti parte di una frase che era presente sull’epitaffio. In un pannello informativo abbiamo visto che la frase completa era la seguente: “PHIL II CATHOL REGNANTE PER AFAN ALCALAE DVCE PRO REGE”. Le 3 lettere “ATH” fanno chiaramente parte della parola “CATHOL”.


Subito oltre l’epitaffio, si passa attraverso un ponticello, riconoscibile dal terreno tipico romano, e dai muretti laterali in pietra. Si tratta del ponte di Filippo II Re di Spagna (lo stesso dell’epitaffio) eretto nello stesso anno, 1568. L’arco, distrutto durante l’ultima guerra, è stato ricostruito nel 2004. Il muretto laterale accompagna anche la strada seguente in cui sono presente una serie di ulivi bellissimi.


A questo punto secondo il pannello informativo, bisognerebbe vedere un ponticello di età napoleonica, ma noi non siamo riusciti proprio a vederlo… mentre la strada dove stiamo camminando, risulta essere una strada lastricata dovuta a un restauro di Filippo II Re di Spagna nel 1568.

Poco oltre, sempre secondo il pannello informativo, dovreste trovarvi su un’altra strada lastricata, stavolta dell’età di Caracalla del 216 a.C. insieme ad un miliario borbonico. Noi siamo riusciti a vedere il miliario, ma non siamo altrettanto sicuri della strada.

Poco oltre invece siamo arrivati alla piazzola di sosta, ricavata nel I sec. a.C. ed è particolarmente interessante vedere la lavorazione in pietra sul muro laterale della stazione. Da qui è possibile vedere chiaramente dritto di fronte a noi il Fortino di Sant’Andrea.
Sicuramente la struttura a parer nostro più interessante, è proprio il Fortino di Sant’Andrea, ma per sapere tutte le info a riguardo, vi rimandiamo alla sezione “curiosità” dove dedicheremo un capitolo a parte sul Fortino.
Lasciandosi alle spalle il Fortino di Sant’Andrea, si prosegue ancora sui resti dell’Antica Via Appia, ma anche in questo caso abbiamo fatto fatica a seguire i pannelli informativi, non sappiamo come mai ma crediamo che siano stati invertiti per errore o qualche vandalo li abbia sostituiti, non sappiamo cosa pensare… in ogni caso andando avanti si può intravedere sempre la strada, ma niente di più fino al punto in cui siamo arrivati noi (eravamo estremamente stanchi dopo aver visitato tutto il paese, cercheremo di tornare in un secondo momento per verificare di nuovo i pannelli informativi e arrivare fino in fondo alla strada, oltre il Fortino).
In ogni caso, è un percorso che vale assolutamente la pena fare, magari nei giorni di primavera quando non fa molto caldo, e approfittare anche dell’area pic-nic per ristorarsi dopo la passeggiata. Questa strada racconta un pezzo di storia importante della nostra regione, e non poteva sicuramente mancare all’appello sul nostro sito. 🙂