I LUOGHI DI CULTO RELIGIOSO DI ITRI SONO:
- Chiesa Santa Maria Maggiore
- Chiesa Madonna di Loreto
- Chiesa San Michele Arcangelo
- Santuario Madonna della Civita
- Chiesa Madonna delle Grazie
CHIESA SANTA MARIA MAGGIORE
COME ARRIVARE: (possibile arrivare con l’automobile)
Partendo da Via Ponte Tavolato (Fondi) svoltate a destra sulla Strada Statale 7 che porta a Itri e andate sempre dritto fino a che vedrete di fronte a voi nella parte alta del borgo, il Castello Medievale. A quel punto tenete gli occhi sulla sinistra perché dopo qualche centinaia di metri troverete l’Osteria Murat proprio sulla sinistra, e accanto ad essa la Fontana di Gioacchino Murat. Appena vedrete la fontana girate a sinistra e poi subito la prima a destra. Dopo pochi metri sulla sinistra potrete vedere le arcate della Chiesa di Santa Maria Maggiore.
STORIA e DESCRIZIONE
L’inizio della costruzione dell’edificio risale al XIII sec. mentre il suo completamento risale alla metà del secolo XIV, completamento che è stato reso possibile dal lascito di Onorato I Caetani, Conte di Fondi. Nel XVII sec. avviene una prima ristrutturazione del bene, e in seguito ai bombardamenti del 1944 vi fu una successiva ristrutturazione compiuta nel 1947.

La chiesa si trova su Piazza Annunziata. Nella stessa piazza è stata posta una colonna con in cima la statua della Vergine Maria, a ricordo della chiusura dell’anno mariano del 1954. Sul basamento su cui poggia la colonna è presente un’incisione che testimonia la devozione della popolazione itrana, particolarmente legata al culto della Madonna.
La facciata dell’edificio presenta uno stile romanico-laziale con fasce di pietra bianca alternate a laterizio e cornicioni posti al termine di ogni piano. Il portico ha tre archi ogivali, con tre portoni d’ingresso in legno con cornice in pietra di cui quello centrale che è l’ingresso principale è caratterizzato da una cornice con arco a sesto acuto. Il Portico si deve ai rifacimenti eseguiti dopo i bombardamenti del 1944. Non è presente un campanile.

L’interno è a tre navate, scandite da archi a tutto sesto poggianti su pilastri. L’area del presbiterio è sopraelevata rispetto all’area riservata ai fedeli, vi si accede infatti superando 3 gradini, ed è delimitata da una balaustra in marmo sia a destra che a sinistra. Sopra l’altare maggiore vi è la rappresentazione dell’Annunciazione del Signore o della Beata Vergine Maria che testimonia l’annuncio del concepimento verginale e della nascita verginale di Gesù che viene fatto a Maria dall’arcangelo Gabriele. Il pavimento di marmo è caratterizzato da una geometria a scacchi. Il soffitto è caratterizzato da una copertura costituita da volte a crociera.


Nella navata di sinistra sono presenti due bellissimi confessionali in legno, una nicchia contenente la statua di san Rocco e un altare dedicato a San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia. La statua ricorda l’esistenza di due conventi francescani nella città di Itri (Cappuccini e Conventuali). Il santo si festeggia il 4 ottobre. Sull’altare è posto il quadro della Madonna del Rosario di Pompei, celebrata l’8 maggio. Sotto l’altare è invece posta l’urna contenente il corpo di San Costanzo martire, un soldato romano morto durante la persecuzione messa in atto da Diocleziano (303-305). Le ossa del martire, esumate da una catacomba romana, furono portate ad Itri verso la metà del XVIII sec. e ricomposte nella presente urna per opera della Confraternita dei SS. Gregorio e Antonio Abate (1752). I resti, fino al 1944, erano collocati presso la Chiesa di Santa Maria ma in seguito ai bombardamenti che distrussero la chiesa furono spostati e collocati sotto questo altare. San Costanzo martire viene invocato contro il male dell’artrosi. La festa in suo onore si celebra l’ultima domenica di agosto.
In fondo alla navata è presente la cappella dedicata alla Madonna della Civita. La cappella è protetta da inferriate che ne limitano l’accesso in quanto al suo interno è custodito un Busto argenteo della Madonna stessa. Sopra l’altare in marmo è presente la nicchia in cui è collocato il busto, illuminato da 5 lanterne appese alla parete. La cappella è altresì arricchita dalla presenza di busti di santi e statue di angeli. All’interno della cappella, sotto la nicchia contenente il busto argenteo della Madonna della Civita è riportato anche un passo del salmo 86 che recita: “Gloriosa dicta sunt de te, civitas Dei” (“Di te si dicono cose stupende, città di Dio”). La cappella della Civita è stata restaurata nel II centenario dell’incoronazione della Madonna della Civita (1777-1977).

Nella navata di destra sono invece presenti tre altari. Un altare è dedicato a Santa Rita da Cascia. Esempio di moglie, madre, vedova e religiosa, è invocata nei casi difficili o disperati e si festeggia il 22 maggio. Un altro altare della Madonna Addolorata e del Cristo Morto. La Vergine è raffigurata in abito nero e con la spada che le trafigge il fianco simbolo del dolore che provò nella Passione di Gesù; si commemora l’ultimo venerdì di Quaresima e se ne celebra la memoria il 15 settembre.


Infine vi è un altare dedicato a Santa Lucia Vergine e Martire. La Santa morì martire per la fede a Siracusa ed è invocata nelle malattie degli occhi e si festeggia il 13 dicembre. Precedentemente l’altare era dedicato a San Biagio Vescovo e Martire che subì il martirio in Armenia. Il Santo è invocato nei mali della gola e si festeggia il 3 febbraio.


In fondo alla navata è presente la cappella dedicata al Santissimo, con due lanterne poste ai lati con il cero rosso acceso con fuoco vero (simbolo della presenza del Santissimo Sacramento nel tabernacolo) e un inginocchiatoio posto davanti all’altare dove ogni fedele può inginocchiarsi e trovare conforto nella preghiera. È presente inoltre un leggio sopra il quale è posto il Lezionario sulla parola del giorno. Sopra l’altare in marmo su cui è posto il Tabernacolo vi è il Cristo crocefisso.

LA NOSTRA ESPERIENZA

La Chiesa dell’Annunziata, già Chiesa di Santa Maria Maggiore, si trova nel centro cittadino della città di Itri, la cui popolazione è storicamente legata per devozione alla Madonna della Civita. All’interno è presente una targa commemorativa che ricorda ai fedeli che la chiesa è stata dedicata alla Madonna dell’Annunziata (Ave Gratia Plena) nell’anno 2016.

Impossibile non rimanere colpiti dal busto della Madonna della Civita, un’opera in argento di pregevole fattura impreziosita da una croce pettorale di particolare valore collocata sul petto di Gesù bambino che la Madonna della Civita porta in braccio e che è stata donata dal vescovo durante la solenne liturgia di consacrazione del 2016.
Un altro elemento ad averci colpito è la pala d’altare collocata nella navata di destra composta da un insieme di tre dipinti (trittico), di cui uno centrale più grande e due laterali ad esso, nel quale è raffigurato al centro il Cristo che regge la croce affiancato a sinistra da San Pietro e a destra da San Paolo. I due Santi sono rappresentati come da tradizione, il primo con le chiavi e il secondo con la spada.

Abbiamo visitato la chiesa di domenica e abbiamo notato la grande affluenza di fedeli che frequentano questa parrocchia. Inoltre, avendola visitata a ridosso delle festività natalizie abbiamo potuto ammirare l’ampio presepe allestito al suo interno nella navata di sinistra.


CHIESA MADONNA DI LORETO
COME ARRIVARE: (possibile arrivare con l’automobile)
Partendo da Via Ponte Tavolato (Fondi) svoltate a destra sulla Strada Statale 7 che porta a Itri e andate sempre dritto fino a che sulla sinistra non vedrete un piccolo cartello che indica il Museo del Brigantaggio. Girate quindi a sinistra e prendete la strada di fronte a voi in salita, mantenendo la destra al bivio in fondo. Continuate dritto fino in fondo e prendete la salita a destra al bivio, e girate subito a sinistra. dritto di fronte a voi avrete il cancello che porta allo spiazzale della Chiesa della Madonna di Loreto.
STORIA e DESCRIZIONE
Alla periferia del paese, arroccata su di un colle che ormai è stato raggiunto dall’espansione urbanistica del centro abitato, sorge la chiesa di Santa Maria di Loreto (XVI sec.), adiacente al convento dei frati Cappuccini. Purtroppo abbiamo trovato la chiesa chiusa e non ci è stato possibile visitarla. Non appena avremo occasione di poterla visitare aggiungeremo informazioni sulla sua storia e faremo una sua descrizione più approfondita. Racconteremo anche quali saranno state le nostre impressioni nel visitare questo luogo di culto.

CHIESA SAN MICHELE ARCANGELO
COME ARRIVARE: (è possibile arrivare anche con l’automobile, ma essendo all’interno del borgo con strade molto strette, è consigliabile andare a piedi).
Partendo da Via Ponte Tavolato (Fondi) svoltate a destra sulla Strada Statale 7 che porta a Itri e andate sempre dritto fino a che vedrete di fronte a voi nella parte alta del borgo, il Castello Medievale. Arrivati a Piazzale Padre Pio dove potete parcheggiare, lasciatevi il piazzale alle spalle e proseguite a destra sulla Strada Statale 7 e imboccate la prima strada a sinistra dall’altro lato del marciapiede, Via Santa Maria della Misericordia. Arrivati in fondo alla strada, arriverete a un bivio. Girate a sinistra su Via di Porta Carrese, e subito all’inizio di questa strada, a sinistra, troverete una scalinata con un arco. Quella è Porta Mamurra, che dà accesso al borgo. Superate l’arco e girate a destra, su Via di San Martino, e andate sempre dritto arrivando a Piazza Frà Diavolo, dove si trovano i resti della Chiesa di Santa Maria. Qui prendete le scale sulla sinistra, e arriverete alle spalle della Chiesa di San Michele Arcangelo. Proseguite a sinistra su Via di S. Angelo, e arriverete davanti alla chiesa menzionata pocanzi.
STORIA e DESCRIZIONE
La costruzione dell’edificio iniziò, verosimilmente, intorno al secolo XI.
La chiesa è ubicata nella parte alta del centro storico di Itri ed è l’edificio sacro più antico, in chiaro stile arabo-normanno. La facciata presenta dei chiari riferimenti al romanico laziale con un alto campanile centrale a tre ordini sotto il quale si apre un portico a tre ingressi. L’ingresso principale è posto proprio alla base del campanile, una caratteristica davvero rara per una chiesa cristiana.

Il campanile si sviluppa su quattro piani e ha un coronamento a cuspide. La sua peculiarità è che è indipendente dalla struttura della chiesa, nonostante vi aderisca. Riportiamo dal sito del comune di Itri una dettagliata descrizione del campanile: “Il campanile conserva ancora alcuni elementi originari. La parte inferiore, spoglia di elementi decorativi, è divisa in due sezioni nelle quali si trovano le finestre a bifora ad archi a sesto pieno. La cella campanaria è costruita in fasce alternate di pietra e laterizio (di terracotta). Su ogni lato si apre un’elegante trifora in mattoni ad archi a sesto acuto intrecciati, che sono sostenuti da colonnine in marmo bianco. Ogni trifora è incorniciata da una fascia in mattoni che in alto formano due archi a sesto pieno.”
Dal sito che si occupa di promuovere il territorio itrano scopriamo che la chiesa è stata costruita su un precedente tempio pagano dedicato ad Esculapio. Il ritrovamento di antichi vasi, pregevoli marmi e antiche medaglie nella parte sotterranea della chiesa ha fatto ipotizzare che al di sotto di essa vi fosse un preesistente santuario e che il sotterraneo rappresentasse il deposito di questo tempio dove venivano conservate le offerte votive che i pellegrini portavano in dono per propiziarsi la divinità. Il culto di Esculapio venne introdotto nel centro Italia intorno al III secolo a.C. e i santuari di questa “divinità” erano eretti su delle alture, come lo è appunto la rupe di Sant’Angelo.
Nella piazzetta antistante la chiesa si trovano due colonne sulla cui sommità sono posti due globi sormontati da due croci. Dietro le colonne c’è la scalinata in pietra che conduce all’ingresso della chiesa.

L’interno è a tre navate (la centrale molto ampia e quelle laterali piuttosto piccole) scandite da pilastri su cui poggiano degli archi a tutto sesto. La copertura è caratterizzata da un soffitto ligneo a capriate.


Al termine del presbiterio vi è un’abside semicircolare. L’altare maggiore, del XVIII sec. è caratterizzato dall’intarsio in marmo di diversi colori; sopra di esso, in una nicchia, è posta la statua di San Michele in legno dipinto risalente agli inizi del XIX secolo. San Michele Arcangelo è rappresentato in piedi, in atto di schiacciare sotto di sé la testa dell’infernale dragone. Nella mano destra ha una spada, pronta a colpire, mentre nella sinistra c’è una bilancia, simbolo di giustizia.
Ai lati dell’altare si trovano due affreschi (XV sec.) recuperati dai ruderi della chiesa di Santa Maria Maggiore: nella navata laterale sinistra vi è la raffigurazione della Vergine con Bambino, circondati da teste di angeli; nella navata laterale destra vi è la raffigurazione di San Nicola. L’immagine è affiancata da sette riquadri, dove vi sono presenti alcune “scene” riferite forse alla storia della vita del santo.


Lungo le navate laterali sono posti degli altari in marmo con edicola: a destra vi è l’altare dedicato a San Giuseppe e quello dedicato a San Francesco di Paola, compatrono di Itri. A sinistra vi è l’altare dedicato a Maria SS.ma della Civita che è il primo altare dedicato alla Vergine Maria nella città di Itri, dopo quello del Santuario. Sopra l’altare è posta una tela del XVIII sec. raffigurante la Madonna della Civita tra due Santi.

Nella navata sinistra è presente anche l’antico altare del Santissimo Sacramento, un altare in marmo, costituito da lastre di marmo policromi, con ornamenti a forma di viticci in marmo bianco. Nel tabernacolo vi si custodiva il SS.mo Sacramento dell’Eucarestia. Sopra l’altare è posta una tela ottocentesca raffigurante l’ultima cena.

Inoltre sempre nella navata di destra sono presenti diverse nicchie contenenti statue di Santi: San Giovanni Bosco, Sant’Anna che istruisce la Vergine Maria, il Sacro Cuore di Gesù, Santa Maria Goretti e San Giuda Taddeo.
Al centro della controfacciata vi è una sorta di cantoria che è retta da una coppia di colonne romaniche, di gran pregio. Le due colonne in marmo, alte 2.10 metri, presentano capitelli a testa di putti e foglie d’acanto. Le colonne sono sostenute da due leoni accovacciati stiloformi, simbolo della potenza di Dio. Si ipotizza che le colonne facciano parte dei resti dell’antico tempio. Sotto la cantoria è posizionato il fonte battesimale.

LA NOSTRA ESPERIENZA
Tra la piazza di Frà Diavolo e il Castello Medioevale si erge la chiesa di San Michele Arcangelo, la più antica di Itri. È situata in cima al paese, come tutte le chiese dedicate all’arcangelo guerriero. Si è conservata fino ad oggi senza subire il triste destino della vicina chiesa di Santa Maria che invece è stata distrutta dai bombardamenti.

La prima cosa che ci ha colpito è la posizione del campanile. Solitamente siamo abituati a vederli a lato dell’edificio sacro, in questo caso invece è addossato alla chiesa vicino all’entrata principale. È visibile una scala a chiocciola al suo interno che permette di accedere ai piani più alti.

All’interno della chiesa, vicino all’ingresso, c’è una nicchia che ha catturato la nostra attenzione. All’interno vi è un affresco fortemente deteriorato, risalente al XIV secolo. Nella parte superiore si intravede Gesù crocifisso, con San Giovanni e la Madonna ai lati. Mentre al centro in basso vi è raffigurata la “Madonna col Bambino”, che ha nella mano sinistra un globo. La Madonna e il Bambino si trovano tra due santi, forse Santa Elisabetta e San Giuseppe.
Sotto l’arco della nicchia sono rappresentati dentro dei medaglioni le teste dei dodici Apostoli, dei quattro Dottori della Chiesa e di otto Santi Martiri.
Chiesa molto suggestiva, passando per il borgo è impossibile non notarla e merita sicuramente di essere visitata.
SANTUARIO MADONNA DELLA CIVITA
COME ARRIVARE: (possibile arrivare con l’automobile)
Partendo da Via Ponte Tavolato (Fondi) svoltate a destra sulla Strada Statale 7 che porta a Itri e andate sempre dritto fino a che vedrete di fronte a voi nella parte alta del borgo, il Castello Medievale. A quel punto tenete gli occhi sulla sinistra perché dopo qualche centinaia di metri troverete l’Osteria Murat proprio sulla sinistra, e accanto ad essa la Fontana di Gioacchino Murat. Appena vedrete la fontana girate a sinistra e andate sempre dritto per alcuni chilometri. Finirete in una strada di montagna immersi nel verde. Continuate sempre dritto fino ad arrivare ad uno svincolo dove a destra svolterete per CAMPODIMELE, mentre a sinistra c’è l’indicazione per il Santuario della Madonna della Civita. Prendete ovviamente la sinistra e continuate a salire sulla montagna godendovi il panorama. Alla cima del monte troverete il parcheggio del Santuario e potrete salire a piedi.
STORIA e DESCRIZIONE
Sull’altura di monte Fusco, nella catena dei monti Aurunci, si erge il Santuario della Madonna della Civita. Le sue origini sono molto antiche e data la scarsezza di documenti ufficiali la sua storia si mescola con la leggenda. E l’affascinante leggenda che la tradizione popolare tramanda riguarda proprio l’icona bizantina della Vergine Maria, che viene venerata in questo santuario, e che la tradizione narra sia stata dipinta da San Luca, evangelista e apostolo. Si tramanda che, durante la persecuzione iconoclasta messa in atto dall’imperatore di Costantinopoli, Leone Isaurico, avvenuta durante l’VIII sec. due monaci basiliani cercarono di mettere in salvo un dipinto su legno della Madonna. Sorpresi dai soldati, i due monaci furono rinchiusi in una grande cassa e buttati in acqua verso morte certa. Per ridicolizzarli, i soldati inserirono nella cassa anche l’immagine della Madonna così da dimostrare ai monaci che sarebbero morti in quanto quell’immagine, non essendo sacra, non li avrebbe salvati. Dopo 54 giorni di peregrinazione in acqua, la cassa contenente i monaci e l’icona arrivò sulle sponde di Messina. All’apertura della cassa la popolazione locale si stupì nel trovare i monaci ancora vivi che stringevano tra le braccia l’icona miracolosa! L’immagine della Madonna divenne oggetto di venerazione e fu collocato nella cattedrale di Messina. Dopo poco tempo sparì per poi essere ritrovato nei pressi del monte Civita, da un pastorello sordo-muto che si era ritrovato in quella zona per cercare una bestia smarrita. Alla vista dell’icona il pastorello riacquistò l’udito e la parola e corse in paese per dare notizia del ritrovamento. L’icona fu quindi affidata ai monaci benedettini
A livello storico, le prime informazioni certe sulla costruzione di un santuario dedicato al culto della Madonna si hanno con un documento del 1147 conservato a Montecassino, in cui viene menzionata l’offerta devoluta da un notaio di Itri e la moglie all’abate del monastero per il restauro della chiesetta della Madonna della Civita affidata alla custodia di Fra’ Bartolomeo.
Bisogna arrivare al 1491 per avere un nuovo santuario dedicato alla Madonna, più ampio e funzionale, che venne inaugurato dall’allora Vescovo di Gaeta che la dedicò all’Immacolata. Il santuario divenne molto frequentato, con un aumento del flusso dei pellegrini costantemente in aumento. E aumentò anche il numero dei miracoli e delle grazie che qui trovarono accoglimento. Il più famoso è quello avvenuto il 21 luglio del 1527, giorno in cui la Madonna liberò Itri e i paesi circostanti dall’epidemia di peste. In memoria di questo miracolo, ogni anno, il 21 luglio, viene celebrata la festa liturgica della Madonna della Civita. Di anno in anno, in questa giornata di festa, sono molti i pellegrini che arrivano a piedi al Santuario da diversi paesi in segno di devozione. L’ampliamento del santuario iniziò nel 1820 e durò 6 anni.

Il 10 febbraio 1849, Pio IX, esule a Gaeta, vi si recò in pellegrinaggio con il re di Napoli Ferdinando II. In questo luogo il papa ebbe l’ispirazione di definire per i credenti cattolici il dogma dell’Immacolata Concezione. Il 25 giugno 1989, anche Giovanni Paolo II giunse come pellegrino presso il santuario a venerare la Madonna della Civita. Dal 1985 il santuario è affidato alle cure dei Padri Passionisti.
Di seguito alcune nostre foto di come si presenta oggi la facciata del Santuario e della scalinata che ne permette l’accesso che passa sotto la torre con l’orologio.


Riportiamo dal sito visititri.it una breve descrizione del Santuario: “La chiesa è composta da tre navate: quella centrale è la più estesa e vi è collocato l’altare maggiore, unitamente al quadro della Madonna della Civita protetto da una lastra di cristallo. L’altare è composto da marmi ed intarsi di scuola napoletana, opera del maestro Filippo Pecorella, ed è circondato da una balaustra (ricca di intarsi di pregio). La volta è contrassegnata da decorazioni che raffigurano alcuni degli avvenimenti più importanti che caratterizzarono la nascita e la storia del Santuario. Questi ultimi sono stati eseguiti nel 1919 da San Cozzolino di Napoli, e poi ritoccati dal prof. A. Rollo di Bari. Nella parte conclusiva delle navate laterali, sono collocati due altari dedicati a san Gioacchino (sulla sinistra) e a Sant’Anna (sulla destra). La chiesa è allestita, inoltre, con un coro ligneo del XVIII secolo ed un organo a canne. In una delle sale, esattamente quella in fondo alla navata laterale di sinistra, sono custodite moltissime reliquie: oggetti preziosi e paramenti sacri donati da fedeli e pellegrini (compresi quelli di Pio IX). All’interno del santuario è possibile trovare le teli della Natività, ispirata dalla scuola napoletana, una Madonna con San Francesco di Paola e l’Assunta più una copia della Madonna della Civita su legno, di Sebastiano Conca.”


LA NOSTRA ESPERIENZA
Il panorama dal piazzale del santuario è notevolissimo: sono riconoscibili le più importanti vette del settore occidentale degli Aurunci: Monte Trina, Monte Faggeto, Monte le Pezze, Monte Le Vele, Monte Ruazzo, Monte Orso, Le Rave Fosche, Monte Cefalo, Monte Carbonaro ed in lontananza il Monte Orlando ed il Monte Circeo. La vista da qui è davvero mozzafiato, soprattutto al tramonto.

Molto suggestiva l’immagine della Madonna della Civita che secondo la tradizione venne dipinta da San Luca e prima delle persecuzioni iconoclaste si trovava conservata nella Chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli (oggi Istanbul). Rappresenta la Vergine incoronata con le mani aperte in segno di benedizione. Anche il Bambino, che tiene in grembo, apre le mani nella stessa posa. Più realisticamente, l’icona di fattura certamente orientale (attribuita a San Luca per la presenza di tre lettere, ormai sbiadite, poste alla base del quadro[3]: L.M.P. a significare “Lucas Me Pinxit”), raggiunse Gaeta portata da alcuni monaci basiliani che, fuggiti dall’oriente, andavano verso qualche convento del Lazio.


Un altro elemento che ci è piaciuto molto è quello che sembra essere un antico pozzo oggi coperto, costituito da un basamento ottagonale con quattro colonne in stile ionico e una cupola sormontata da una croce in pietra.

Sul piazzale antistante la scale che porta all’ingresso del Santuario è collocata anche uno statua raffigurante il Sacro Cuore di Gesù. Gesù è scolpito a braccia aperte e sul suo petto è messo in rilievo il suo cuore, espressione della sua corporeità umana e simbolo del suo amore verso gli uomini. Il cuore è rappresentato con una corona di spine, sovrastato da una croce, sanguinante per la ferita inferta dalla lancia in memoria dell’estremo sacrificio compiuto da Gesù Cristo per salvare l’umanità. Le fiamme che lo circondano sono invece un riferimento all’ardore misericordioso che Cristo prova per i peccatori.
All’interno della chiesa sono presenti due targhe commemorative che ricordano il passaggio di Pio IX e del re di Napoli, Ferdinando II, nel 1849.


Il Santuario della Madonna della Civita è sicuramente uno dei luoghi più suggestivi del territorio itrano, non solo per la sua posizione che permette un’ampia panoramica che spazia fino al mare, ma soprattutto per lo spirito di devozione alla Vergine Maria che in questo luogo è forte e partecipato da tutta la popolazione di Itri. Consigliamo a chiunque si trovi a passare da qui a fermarsi per qualche minuto di raccoglimento all’interno di questo splendido santuario per una preghiera, o anche soltanto per lasciarsi catturare dalla bellezza dei suoi interni, ricchi di colori e di storia.
CHIESA MADONNA DELLE GRAZIE
COME ARRIVARE: (possibile arrivare con l’automobile)
Partendo da Via Ponte Tavolato (Fondi) svoltate a destra sulla Strada Statale 7 che porta a Itri e andate sempre dritto fino a che vedrete da lontano il Castello Medievale. Su questa strada sulla sinistra vedrete la facciata della Chiesa della Madonna delle Grazie.
STORIA e DESCRIZIONE
La data di costruzione della chiesa, 1630, è desunta dall’iscrizione sulla facciata. Alla metà del XVIII sec. è detta “cappella” ed il suo nome definisce la località. Nel 1856 risulta annessa alla chiesa di Santa Maria Maggiore. Oggi è inglobata nella zona residenziale di espansione di Itri sorta lungo l’Appia.
La facciata è linearmente suddivisa dalle partitura dell’ordine in cui valore preminente ha il cornicione orizzontale continuo a circa 2/3 dell’altezza. Quattro lesene ioniche su una fascia basamentale interrotta solo dal vano dell’ingresso, suddividono il primo livello: al centro è il portale rettangolare con cornice e timpano triangolare, ai lati, subito al di sopra della fascia basamentale, due finestre rettangolari. La scansione verticale è ripresa al livello superiore da quattro lesene. La facciata è conclusa da un cornicione che appare rivo della cimasa; al di sopra arretrata si nota la sagoma a capanna della copertura della chiesa.

La navata è scandita da quattro lesene per lato di cui due alle estremità del vano, sulle quali si impostano i pennacchi della volta tra le successive lunette. Finestre rettangolari, una per lato, si aprono in alto nella campata centrale. La chiesa ha pianta rettangolare; su parte del lato destro si addossa un ambiente quadrato che ospita la sacrestia al piano terra; da qui con una scala ad una rampa si sale al campanile. La struttura muraria è in muratura di pietrame non squadrato con paramento in intonaco all’esterno e all’interno. La copertura è a tetto con manto in tegole; all’interno la navata è coperta da una volta a botte.

LA NOSTRA ESPERIENZA
La chiesa si presenta molto semplice al suo interno. Tra gli elementi che ci hanno incuriosito, segnaliamo l’ambone in pietra scolpita con impressi alcuni animali e quello che sembra un angelo con un libro in mano (sicuramente nasconde un significato simbolico che però non conosciamo e di cui non abbiamo trovato informazioni) e l’acquasantiera in pietra.


Particolare anche il tabernacolo posto alla destra dell’altare, che si presenta in marmo policromo. Molto bello anche il quadro della Vergine Maria con in braccio il bambino Gesù che si trova alle spalle dell’altare e all’interno di una nicchia evidenziata da un arco in pietra decorato con motivi floreali.

